Quando il figlio del contadino vola....
Ricaldone, Maranzana, Mombaruzzo, Quaranti, Alice bel Colle., un sali e scendi continuo ideale per i ciclisti che, in tempi rapidi, vogliono provare l'ebrezza di sentirsi scalatori, discesisti, passisti e via dicendo. Ma i paesi che ho citato vivono di agricoltura e dunque non è improbabile che fra quei colli si cresca alla guida di un trattore piuttosto che in sella ad una bicicletta.
Fra queste valli è cresciuto anche Luigi Tenco ed ogni volta che mi capita di andare da quelle parti nel contrasto fra trattori e ciclisti ripenso sempre ad una dichiarazione che il fratello di Luigi rilasciò al giornalista Andrea Bazzurro alla fine del 1986. Alla domanda "Qual'era la posizione di Luigi nei confronti della religione" Velentino Tenco rispose così: "Un po' particolare, come in tutte le cose. Faccio un esempio: ci fu una volta in cui gli venne in mente di diventare un ciclista. Io gli comprai una bicicletta e lui tutte le mattine alle sei partiva ed andava ad allenarsi. Un'altra volta iniziò a leggere una storia delle religioni e lo colpì la figura di Sant'Ignazio di Loyola. Poi lesse un libro sull'Inquisizione di Spagna e se avesse potuto i preti li avrebbe bruciati tutti. Si infervorava, non tollerava l'ingiustizia. Era fatto così. Da ragazzino, è chiaro, perché poi anche lui ha trovato un proprio equilibrio."
Io non so se gli allenamenti di Luigi avvenivano fra quelle valli (credo di no) ma aver visto oggi, al giro d'Italia, il figlio di un contadino volare mi ha fatto ripensare alle origini agresti di Luigi e alla sua determinazione a far volare alto le proprie idee.
Riprendo l'ultimo mio post sulla passione di Luigi per la bicicletta perché trovo conferma su quanto andavo intuendo.
Tratto dal libro di Tortarolo-Carozzi "ed ora che avrei mille cose da fare" trascrivo parte delle pagg.121-122:
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Qualche tempo dopo, intorno ai tredici o quattordici anni, venne il periodo delle biciclette. Luigi era un buon pedalatore, come modestamente ero anche io. Luigi possedeva una bicicletta Bianchi, era 'coppista', come quasi tutti allora, se non altro per spirito campanilistico, visto che Coppi era della provincia. Io invece ero 'bartaliano', non per campanilismo ma per istintiva maggiore affinità caratteriale. Quando pedalavamo in bicicletta molto spesso ci seguivano anche mio cugino Gianni Michele o Tonino Teneggi, un nostro parente di Bologna che a quel tempo veniva a Ricaldone in agosto in quanto sua nonna (mia prozia Maria) era del paese ed era sorella dell'allora sindaco Tobia Cuttica. Quando andavamo in bicicletta, uno dei percorsi più frequenti toccava Ricaldone-Maranzana-Mombaruzzo stazione-Quaranti-Alice-Ricaldone. Talvolta facevamo un giro più lungo: Ricaldone-Cassine-Strevi-Acqui-Ricaldone.
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Non avendo immagini di quanto appena descritto ne ho postata una del tutto alternativa e mi scuso in anticipo per il fuori-tema.
1 commento:
Perdonami se rispondo ad un post "datato" ma mi rendo conto che mi era sfuggito. Tutto ciò che riguarda Luigi mi incuriosisce ed è un dettaglio dolcissimo anche quello della sua passione per la bici,che fino ad ora non conoscevo. Quanto al suo rapporto con la religione mi ci sono sempre interrogata e,alla luce dei pochi stralci di interviste a Valentino Tenco che ho potuto reperire e leggere e delle righe di alcuni libri su Luigi mi sono fatta in merito un'idea personale,che non so se corrisponda la vero. Sono convinta che Luigi,proprio come me e come il mio saggio nonno(anch'egli suo estimatore) credesse in Dio(o comunque entità "creatrice) ma non nella Chiesa come istituzione rigida,bigotta,ipocritamente "benpensante" e fallace. Di ferreo ateismo non credo si possa comunque parlare. (come dichiarò Valentino in una intervista riportata,se non ricordo male,da un libro di Renzo Parodi) Sarai tu,se vorrai,a confermare o meno questa mia idea. Intanto grazie per avermi letta
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